Il piano fisico e quello emozionale sono strettamente connessi, più di quello che potremmo immaginare. Lo sapevano già i Greci, così come la Medicina Tradizionale Cinese, l’Ayurveda e altre forme di medicina olistica: le nostre emozioni hanno una sede fisica nel nostro corpo: gli organi. Emozioni intense, prolungate, ripetute, trattenute o non elaborate possono portare nei rispettivi organi indebolimento e affaticamento, rendendoli di fatto meno prestanti e con meno difese.
CUORE: dolore
Il cuore è il centro di comando del nostro sentire, sensibilissimo agli stati emotivi e capaci di connettersi anche alle emozioni di chi ci sta intorno. È il custode del romanticismo, della gioia di vivere, del piacere della condivisione, la forza del coraggio… ma è anche l’organo dove si formano le ferite di tutto il nostro vissuto. Il nostro cuore è custode delle cicatrici che, nel bene e nel male, ci hanno reso la persona che siamo.
Per alleggerire il cuore possiamo stringere a pugno la mano sinistra, appoggiarla al centro del petto e farla scorrere con una lieve pressione verso l’esterno. Ripetiamo il movimento per qualche minuto, andando così a smuovere le emozioni ingabbiate nel nostro cuore. Accendiamo poi una candela rosa, e rimaniamo qualche tempo in quieta contemplazione.
FEGATO: rabbia
Emozioni come rabbia, nervosismo, irritazione, risentimento e frustrazione trovano la loro sede nel fegato. Lo ritroviamo anche nei modi di dire popolari “rodersi il fegato dalla rabbia”, ed è proprio quello che accade a questo organo sotto sforzo: coliche, gonfiore, nausea, aumento della pressione e mal di testa sono spesso sintomi correlati sia a un malfunzionamento del fegato, sia a una esplosione di rabbia, repressa o mal gestita.
Il gesto del leone nello yoga è un mudra che permette di buttare fuori la potenza della rabbia, senza permetterle di nuocerci. Seduto in ginocchio sui talloni, le dita dei piedi puntate a terra, le ginocchia aperte e le mani appoggiate sulle ginocchia. Inspira, ed espirando vigorosamente, spingi la lingua fuori dalla bocca, gli occhi spalancati fissano la punta del naso, le dita delle mani si aprono e si distendono. Esegui 4-8 ripetizioni.
POLMONI: tristezza
Lutti, dispiaceri, pensieri negativi sono situazioni che nel corpo causano problematiche respiratorie. Questo perché la tristezza riduce la nostra voglia di vivere, e il respiro è il modo in cui portiamo la vita, il prana, nel nostro corpo. Quando siamo tristi il nostro petto si chiude, i polmoni hanno meno spazio per espandersi. Quando invece siamo felici e gioviali manteniamo una posa più retta e aperta, il respiro si fa più ampio e l’energia scorre vitale nel nostro corpo.